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Canapa & Seta

Dronero fu nei secoli passati la più importante piazza di commercio per tutta la Valle Maira. Il mercato offriva i prodotti dell’ “industria” valligiana e forniva viveri e materie prime. L’attivissimo commercio di esportazione comprendeva la vendita di tele grosse di fil di canapa, che si fabbricavano specialmente nella media e alta Valle Maira, conosciute con il nome di “tele di Dronero”. Parecchi i tessitori nella città che le producevano principalmente per il consumo sul territorio. Il tessuto era inoltre spesso oggetto di scambio per gli acciugai e i commercianti di capelli di Elva. La canapa fu coltivata e lavorata, fino alla metà del secolo scorso, in buona parte della vallata. Si realizzavano tele per la casa, lenzuola, camice da notte e abbigliamento intimo. La fibra era davvero ruvidissima, ma straordinariamente resistente. Se ne abbandonò la lavorazione e l’uso con l’arrivo sui mercati delle nuove fibre tessili. Lo stesso destino toccò all’industria serica, che a Dronero era la più importante fra tutte. Nel secolo XIX la produzione della seta comportò un’importante trasformazione di alcuni edifici che divennero filande. I bachi venivano allevati nelle piantagioni di gelsi lungo le sponde del Torrente Maira, nella zona Paschero dal Ponte Vecchio fino a Santa Croce e, ancora, nella verso Villar San Costanzo. Nel 1812 a Dronero erano operative 6 filande con un totale di 106 “fornelletti”. L’attività andò avanti per diversi anni, ma verso la fine degli anni Venti il rincaro del prezzo dei bozzoli, unitamente ai problemi creati agli esportatori italiani dalla Lira, non lasciò alcuna prospettiva di ripresa dell’industria serica dronerese; non era più sufficiente servirsi di mano d’opera poco costosa per battere la concorrenza, cosicchè in breve la produzione di seta si esaurì. A queste due antiche e importanti attività di Dronero e della Valle Maira, oggi sono dedicati due musei. Il primo, il “Museo della Canapa e del Lavoro Femminile” si trova nel comune di Prazzo, in alta Valle Maira. Il secondo invece, il “Museo del Setificio Piemontese” nel Filatoio Rosso nel vicino comune di Caraglio.