Le squisite praline di finissimo cioccolato ripiene di morbida crema con liquore al rhum furono inventate nel 1890 dal maestro pasticcere e sindaco della città di Dronero Giuseppe Galletti alla cui scuola si ispirò tutta la pralineria cuneese. La ricetta fu premiata all’Esposizione Generale Campionaria Internazionale di Torino nel 1905. La classica versione bianca, realizzata con friabilissima meringa, vanta doti di unicità sul mercato.
Ricchissima di ingredienti, la torta di pere madernasse è la specialità dei Tetti di Dronero, è completamente diversa sebbene fatta con gli stessi, identici ingredienti a cinque chilometri di distanza, a Villar San Costanzo. “…Io non so se viene dalle pere, se viene dal posto, o come viene …. cambia il gusto, cambia completamente il gusto”, dice la signora Biancarosa.
È tradizione dei Tetti, raccontata e fatta dalla nonna di Biancarosa, poi dalla mamma, è memoria. Tutta la frazione la prepara per San Michele, il 29 settembre.
Prodotto secondo la tradizione di montagna e cotto rigorosamente nel forno a legna, questo pane è una vera e propria bontà, sia consumato tal quale che sottoforma di zuppa. Le micche si conservano per diversi giorni. Gli ingredienti? Acqua, lievito, farina, sale, e… tanta, tantissima sapienza.
Un piatto degno di nota, tipico di questi monti, è la “supa mitunà”, fatta con fette di pane raffermo e cipolle.
Le ravioles sono un piatto tipico delle valli Varaita e Maira. I pezzi di pasta fresca vengono arrotolati con il palmo della mano sul piano di lavoro fino ad assumere la forma cilindrica allungata. Questo piatto tradizionale impiega le patate e i formaggi prodotti in montagna: L’ impasto infatti si compone di patate lesse schiacciate, uovo e formaggi come il Toumin dal Mel. Le ravioles vengono servite con un sugo ai formaggi (Castelmagno) o con o un sugo a base di burro fritto e panna.
Alle alte quote la segale, resistente al freddo ma non ai forti venti a causa dello stelo troppo lungo, veniva coltivata insieme al frumento che, per contro, possiede uno stelo più corto ma alquanto robusto. Le due farine, mescolate e impastate con acqua, lievito naturale e sale, hanno dato origine ad uno dei prodotti tipici più noti delle valli cuneesi, il pan barbarià (pane imbarbarito) la cui ricetta parrebbe risalire al XVIII secolo. Viene lavorato in pezzature da 500/600 grammi, ha un colore bruno ed è molto, molto saporito.
Sono i dolci tipici che si preparano per la festa dell’Immacolata. Si tratta di un’antica specialità contadina piuttosto diffusa in Piemonte e in altre regioni d’Italia. Fatte con ostie, zucchero, miele, noci e nocciole tostate, le copette sono i dolci beneaugurali per le festività natalizie.
Nella terra degli acciugai, il cui mestiere a Dronero ha visto protagonisti gli abitanti del vallone di Moschieres, non può certo mancare la proposta delle acciughe in tavola. Tradizionale il piatto di acciughe con “bagnetto verde”, fatto con aglio e prezzemolo, o quello con “bagnetto rosso”, al pomodoro. L’acciuga al verde era uno dei piatti tipici della merenda sinòira, la merenda estiva che si consumava alle sei di sera, prima di riprendere il lavoro nei campi che la maggior parte delle volte andava avanti sino a tarda notte.